Il mitico Fylde Folk Festival
Venerdì 3 settembre
La sveglia del mio cellulare Nokia oggi è particolarmente sonora... sarà perché sto per andare a suonare in Inghilterra? Boh?
Trasmetto la sveglia via telefono alle h5,30 a JeanPier, alle h6,00 a Valerio, Roberto e Filippo e alle h6,30 mi alzo dal letto piuttosto euforico. Faccio una colazione veloce, carico il bagaglio in auto e schizzo di corsa a casa di Mauro e Tina e poi da lì all’aeroporto di Orio al Serio (Bg) dove alle h8,00 ci incontriamo tutti con e Veronica accompagnata da sua mamma...
E’ una bellissima mattina di sole ed alle h10 circa saliamo su un Boeing 737 bianco e blu della Ryan Air con l’arpa gialla e le ali rialzate in punta per il 2° tour in England della “F.B.A.” che vedrà la nostra partecipazione ad uno dei più grandi folk festival britannici, il mitico “Fylde Folk Festival”!
Stavolta andremo ‘on tour’ solo noi componenti della band lasciando a casa mogli, morose ed amici... Tra l’altro è la prima volta di Veronica all’estero con noi che, con i suoi lunghi dreadlocks dal look un po’ giamaicano sulle spalle, non sta più nella pelle... Decolliamo e dopo un tranquillo volo nel cielo azzurro e quasi senza nuvole di questa fine estate, alle h11,30 circa atterriamo nel grande e lustro aeroporto di Stansted, situato a nord-est di Londra.
Just landed in Stansted
Dopo l’attentato terroristico alle ‘torri gemelle’ di New York di tre anni fa (11 settembre 2001) anche qui come in tutti gli aeroporti i controlli si sono intensificati notevolmente e tra esibire i documenti, ritiro bagagli e cambio della valuta passa oltre un’ora! Che palle!!!
Finalmente all’uscita incontriamo il Capitano Alan Jones che ha affittato un pulmino bianco con una decina di posti e quindi andiamo con lui (viaggiando a sinistra, ovviamente) per alloggiare dai suoi genitori ed amici. Ci fermiamo a mangiare e bere qualcosa in un bel megagrill sull’autostrada M11 nei dintorni di Cambridge e poi andiamo a Market Deeping per sistemarci...
Dopo una salutare pennica e la visita alla meravigliosa cittadina medioevale di Stamford, dove eravamo già stati a suonare nell’agosto 2002 (ma allora non avevamo avuto molto tempo per fare i turisti), facciamo un po’ di foto ricordo da veri mattacchioni e infine c’infiliamo in un tipico ‘old english pub’ per bere, tra molte risate, una ‘true ale’! Alle h18 circa torniamo nelle nostre tipiche e accoglienti ‘rooms’ per cambiarci prima di andare allo ‘Sport Club’ di Market Deeping, dove stasera alle h20 faremo un bellissimo concerto... Il locale è una moderna costruzione alla periferia della cittadina molto ben integrata nel tipico paesaggio circostante; ovviamente sport e birra in Inghilterra vanno benissimo insieme e noi ne approfittiamo volentieri mentre prepariamo il piccolo impianto procurato da Alan e facciamo il soundcheck...
Eve, Andy ed altri amici hanno prenotato un grande tavolo per stare tutti insieme e poco prima di cena incontro Leslie, un’amica inglese che abitava vicino a casa mia negli anni ‘80 e che ora vive a Peterborough, la quale è venuta apposta a trovarmi e vedere la nostra esibizione con sua figlia Kirsty ed il moroso di lei...
Il concerto, presentato da Alan, stasera inizierà con “La jument de Michaud ed in sequenza Merrily + Blarney, Galeazz, Willafjord + Barrowburn reel, Re Teodorico, Galizian carol, El bisogn de amar, Bourrées du Morvan 3T, Il cielo d’Irlanda, Alter scottish set, Dessèdass liber, Brando set, Je mêne les loups, Hornpipes + Brenda”...
Il numeroso pubblico presente al pub grida ‘more’ e ci applaude fortemente, così suoniamo con piacere “Music for a found harmonium” come bis, poi vendiamo alcuni cd e ci rituffiamo nei discorsi interrotti prima del concerto bevendo altre pinte di birra tra una risata e l’altra... Alla fine, smontato tutto, Alan chiama l’adunata al pulmino e ci porta ai nostri rispettivi alloggi, dove sprofondiamo in confortevoli letti e morbide coperte... Goodnight wonderful England!
Sabato 4 settembre
Al mattino presto, dopo un’abbondante english breakfast, l’assonnata truppa parte verso il centro dell’Inghilterra e poi in direzione nord-ovest: da Market Deeping è un lungo viaggio, ma il Captain Alan Jones è un incrollabile pilota!
Torniamo a Stamford dove prendiamo per Leicester e Stoke on Trent poi imbocchiamo la M6 per Manchester, Preston, Blackpool e infine (dopo oltre quattro ore) Fleetwood, la prima cittadina inglese costruita con un piano urbanistico in epoca vittoriana: e’ l’antico insediamento romano ‘Portus Setantarium’ coi monumenti a ricordo delle moltissime tragedie del mare e le sue tante vittime, la bella punta di segnalazione marittima coi tre fari...
Per convenzione col festival, alloggeremo in alcune camere dell’Università che per via del weekend sono libere ed essendo tra l’altro fine estate, l’attività non è ancora iniziata a pieno ritmo... Noi veniamo così divisi in piccole stanze doppie per studenti: io con Alan, Mauro con Roby, Jean con Fil, Vale e Vero in stanze da ‘single’...
Dopo esserci lavati e cambiati verso le h15 andiamo, finalmente, a vedere la bellissima ‘Marine Hall’, il teatro del festival, caratteristica costruzione britannica in stile moderno (del 1935) situata a ridosso della lunga spiaggia sabbiosa di Fleetwood la quale si affaccia a sua volta senza fine sull’Irish Sea...
FBA on the Fleetwood beach
I concerti del Fylde Folk Festival (il cui motto è: SIMPLY THE MOST!) si tengono in una grande ‘sala rossa’ che ha per soffitto una immensa cupola vetrata centrale (the dome) e quindi risulta molto luminosa...
Perché rossa? Semplice: perché le comode poltrone imbottite sono di velluto rosso, il pavimento è rivestito di tappeti rossicci ed il rivestimento alle pareti è anch’esso sui toni del rosso: dal momento che spesso qui il cielo è grigio e piovoso, il rosso conferisce all’ambiente quella luce e quel calore che gli manca ‘naturalmente’...
Il foyer si presenta attraverso un bel colonnato su di un tipico english green all’ingresso del teatro (ben curato e con diverse bordure di fiori) e subito vicino all’entrata c’è il vestibolo, la biglietteria ed il bancone con bar e tavola calda...
The green of Marine Hall
Il Fylde Folk Fest è giunto quest’anno alla 32^ edizione: qui hanno suonato, e suoneranno ancora, molti dei più grandi artisti e le speranze del folk britannico; vi sono molti concerti e in questi giorni parteciperemo, tra gli altri, con: John Spiers & Jon Boden (nuovo duo attualmente al top in Inghilterra), Old Rope String Band, Chris While & Julie Matthews, il cantautore Bruce Mathiske, Back of the Moon (quartetto novità dalla Scozia), Kate Rusby & John McCusker, Show of Hands (altra news al top in Inghilterra), Cludstreet (duo dall’Australia) e Uiscedwr (trio novità dal Galles)...
Alan è molto impaziente di vedere un gruppo che si chiama “Hoover the dog” (Hoover è un noto marchio di aspirapolveri e dog vuol dire ‘cane’): english folk-humor... Mah?

La dotazione tecnologica dell’impianto audio e luci del teatro è letteralmente impressionante e di primissima qualità! Dopo un incredibile soundcheck ‘volante’ per otto (8) musicisti (JeanPier, Vero, Maurix, Fil, Rob, Vale, Mauro, Alan) in venti minuti (20’: impensabile in Italia) , alle h16 si attacca...
Vale passa in rassegna ognuno di noi nel backstage dicendo: “cattivi!” ma Vero stretta nel corridoio tra Mauro e me se la fa un po’ sotto ed ha paura di uscire sul palco, alchè la rincuoro dicendole: “stai tranquilla e non preoccuparti, intorno a te ci siamo noi: fai quello che sai e per cui siamo venuti qui e tutto andrà benone”...
Presentati da Brian Preston oggi la nostra scaletta prevede “La jument de Michaud, Merrily + Blarney, Galeazz, Willafjord + Barrowburn reel, Re Teodorico, Bourrées du Morvan 3T, Il cielo d’Irlanda, Galizian carol, Dessèdass liber, Dida’s tar, Je mene les loups, Hornpipes + Brenda”... Il gran pubblico presente grida ‘more’ ed applaude caldamente, così concediamo volentieri come bis “El bisogn de amar”...
Nonostante non ci sentissimo perfettamente nei monitors il concerto è andato molto bene... Alla fine Alan Bell, il super Direttore del mitico Fylde Folk Festival in persona, mi chiede: “allora, com’è andata?” e gli rispondo “beh, penso possiamo fare molto meglio” e lui di rimando: “tranquillo, vedrai che stasera andrà benissimo!” e, dall’alto della sua immensa esperienza, aveva ragione: l’ambientazione di un gruppo numeroso in un luogo nuovo è una cosa importante, eravamo comunque un po’ troppo nervosi e poi anche i superlativi fonici hanno comunque avuto il loro bel defà per inquadrarci al meglio...
Spiluzzicando una ciotola di fish & chips locale, me ne vado a fare un giretto a piedi per il lungomare di Fleetwood, poi al mio ritorno mangiamo ancora qualcosa tutti insieme, ci cambiamo d’abito, un po’ di relax e, introdotti dal voluminoso Dave Jones, alle h21 iniziamo il nostro secondo concerto alla ‘Marine Hall’...
Stasera siamo decisamente più rilassati e abbiamo in programma “La jument de Michaud, Merrily + Blarney, Galeazz, Willafjord + Barrowburn reel, Re Teodorico, Brando set, Il cielo d’Irlanda, Galizian carol, El bisogn de amar, Dida’s tar, Je mene les loups, Hornpipes + Brenda”...
Del numeroso pubblico presente che grida ‘more, more’ ed applaude a lungo, molti che ci han sentito nel pomeriggio hanno deciso di tornare a sentirci anche la sera, così suoniamo una versione strappalacrime di “Dessèdass liber”... A fine concerto Vale, Vero, Roby e Alan corrono a vendere molti nostri cds alla biglietteria del Foyer, mentre io e Mauro ci fermiamo a sistemare gli strumenti nel backstage... Jean e Fil ovviamente son fuori a fumare... Mah?
English Harlequin
Finito di sistemare gli strumenti in un angolo del backstage, vado alla tavola calda del foyer per mangiare qualcosa e chiedo a Vale: “cosa c’è di buono?” mi risponde: “poca roba, il meglio è un panino con salsicce, senape e cipolle”... Non ci posso credere! Vado alla cassa e mi metto addirittura in fila per assaggiare questa grande prelibatezza locale...
Ad un certo punto dietro al banco mi si presenta davanti un vero cuoco, tutto bianco vestito e con tanto di cappello da chef, che mi chiede la taglia del panino (little or big), ovviamente gli rispondo “big” e questo affonda una forchettona nel contenitore delle salsicce infilzandone una che poi apre in due con un coltellaccio, taglia in due un panino tipo ‘similplastica’ da 20 cm di lunghezza, lo cosparge all’interno di senape e cipolle, gli mette sopra le salsicce ancora roventi, gli da un paio di colpetti col salino, me lo incarta alla meglio e mi domanda pensando di darmi chissà quale specialità: “more salt”?
Io, letteralmente allibito al pensiero che questa sia la mia miglior cena possibile stasera, gli rispondo: “no, tanx, it’s enough”! Pazzesco: in un attimo realizzo che qui ci sono i suoni migliori che ho mai sentito e la cucina più... ? Non ho parole!!!

Infine, ad un orario convenuto e dopo un’altra bella e buona birrazza, ci ritroviamo all’appello ed Alan ci riporta tutti in pulmino a dormire alla ‘Casa dello Studente’, dove crolliamo nei nostri morbidi letti! What a wonderful day!
Domenica 5 settembre
La mattina é stupenda con cielo azzurro e caldo sole ‘italiano’, ci aspettano un big english breakfast alla mensa dell’Università e le news della strage dei terroristi ceceni nella scuola elementare di Beslan... Ci guardiamo tra di noi allibiti e ci chiediamo “che schifo di mondo sta diventando questo”? Boh? Poi mentre tutti gli altri vanno in gita a Blackpool io resto nel camerino del backstage a sistemare le mie parti e partecipare ad una bella session al pub del teatro con una dozzina di musicisti tra cui i componenti del gruppo folk A69 Band che la pilotano: Joe Crane (uillean pipes e violino), Hugh O’Donnell (violino e mandolino), Tom Walsh (organetto e voce) e Neil Brook (bouzouki, mandolino e ghironda)...
Dopo qualche ora ho come l’impressione che la band sia tornata delusa dalla gita a Blackpool, non tanto per le attrazioni ed il paesaggio, ma soprattutto per il pranzo... Ah, ah, ah... Beh, ma siamo in Inghilterra, no?
Specialità di Blackpool
Nel pomeriggio Fil che, come tutti gli italiani del sud (fortemente individualisti), più sente il bisogno di distinguersi, ci propone una news per esibirsi in solo e variare un po’ il repertorio: una “Tarantella napoletana del ‘600” in quattro parti che prepariamo nel camerino con violino, fisarmonica e chitarra come intro alla sempre bella “Dida’s tar” di Mauro...
Alan and Clive
Alle h16 circa, annunciati dal simpatico Clive Pownceby, iniziamo il nostro terzo concerto con “La jument de Michaud, Merrily + Blarney, Galeazz, Willafjord + Barrowburn reel, Re Teodorico, Alter scottish set, Il cielo d’Irlanda, Galizian carol, Dessèdass liber, Tar ‘600 + Dida’s tar, Je mene les loups, Hornpipes + Brenda”...
Oggi c’è il pienone ed il numeroso pubblico presente grida “more, more, more” ed applaude a lungo, così eseguiamo una versione da brivido de “I alber a iè olt” cantata magistralmente da Veronica... Siamo tutti sudati ma molto felici e nell’intervallo conosciamo il trio “Uiscedwr”, composto da Anna Esslemont (violino e voce), Cormac Byrne (bodhràn e percussioni), Ben Helling (chitarra)... Prendiamo i loro contatti e gli chiediamo se gli piacerebbe venire a suonare da noi... “oh, sure guys... but certainly, folks”! Alle h18,30 circa andiamo tutti a lavarci e cambiarci e torniamo verso le h20,30 per il nostro quarto concerto finale alla Marine Hall che, presentato dal mega direttore Alan Bell in persona, inizia puntualmente alle h21 con “La jument de Michaud, Merrily + Blarney, Galeazz, Willafjord + Barrowburn reel, Re Teodorico, Galizian carol, Il cielo d’Irlanda, Tar ‘600 + Dida’s tar, Dessèdass liber, Harmonium, Je mene les loups, Hornpipes + Brenda”...
Il pubblico sa che questo è il nostro ultimo concerto e molti in sala si alzano ad applaudirci ed i “more, more, more, more” in coro dei presenti ci caricano come delle molle, quindi ci congediamo allegramente con “Greenlands” come bis tra le ovazioni generali... Vendiamo ancora tanti cds e gli organizzatori, molto contenti, ci dicono di ritornare presto! Che ridere: in Italia continua ad avanzare il banale e noi qui rischiamo di diventare famosi... Ah, ah, ah...
Andiamo a bere un pinta di birra e poi partecipiamo tutti ad una fantastica session (forse la nostra più bella) al pub del teatro con i ragazzi dei Back of the Moon (con la bravissima Gillian Frame al violino) ed i Cloudstreet (Nicole Murray flauto e John Thompson chitarra) tra gli altri...
John and Nicole
Ogni tanto qualcuno intona a turno pure qualche bella e antica canzone inglese o in dialetto britannico... A sorpresa Fil ne intona una goliardica in pugliese con tanto di coro osceno che nessuno capisce (nemmeno noi!), ma che viene applaudita per la sua melodicità... Bah?
Come ieri, la serata termina con ‘tutti in libertà’ per andare a girare un po’ e vedere quel che resta ormai del festival, ma io dopo aver firmato diversi autografi e dato a destra e manca molte ‘stripes’ del nostro website, me ne vado solitario (mentre Simon Mc Kerrell, il flute player and piper dei Back of the Moon, fa il filo a Vero!) ad ammirare l’orizzonte ad ovest verso l’Isola di Man e più a nord la Morecambe Bay nelle luci della notte che scende veloce e penso alle sue sabbie mobili così pericolose ed alle maree che con frequenza si alzano velocemente annegando coloro che senza rispettare gli orari si avventurano sulle lunghe spiagge sabbiose raccogliendo conchiglie e molluschi...
Poi dopo l’ultima birra, ci ritroviamo tutti davanti al pulmino ed Alan (che tra l’altro è nato proprio qui a Morecambe, vicino a Lancaster) ci riporta, ancora una volta stanchissimi ma molto, molto, molto felici, alla ‘Casa dello studente’ a dormire!
Dulcis in fundo: siamo distrutti, ma per uno zelo tutto inglese (qui la burocrazia è, a volte, ben peggio di quella italiota!) ci fanno spostare tutti di camera assegnandocene di simili e quindi nel cuore della notte, assonnati e stravolti, prendiamo i nostri bagagli e ci rechiamo nelle nuove destinazioni dove crolliamo letteralmente sopra i letti!
Lunedì 6 settembre
Anche oggi al nostro risveglio c’è un bel sole tiepido nel cielo azzurro sopra l’Università di Fleetwood... Ci aspetta un ulteriore mega english breakfast poi carichiamo valigie e strumenti sul pulmino e ritorniamo spediti verso l’aeroporto di Stansted... Siccome non abbiamo più molto tempo per spendere i soldi restanti, lasciamo tutta la moneta inglese dei vari resti al Captain Alan Jones, che salutiamo ancora una volta molto amichevolmente, prima di recarci al check-in per il volo di ritorno ad Orio dove arriveremo, stravolti ma entusiasti, nel tardo pomeriggio...
Maurix.
PS) a parte qualche altro non rilevante episodio, il bilancio di questo tour è stato molto positivo: dopo il big ‘Albion tour’ del 2002 abbiamo compiuto un’altra vera impresa e realizzato un grande sogno, portando a termine quattro esibizioni indimenticabili al mitico “Fylde Folk Festival” (SIMPLY THE MOST!) di Fleetwood (più una a Market Deeping) di fronte ad un pubblico tra i più preparati al mondo, esaurito quattro scatolotti da 25 cd e preso numerosi contatti... Come si dice dalle mie parti: ‘minga paja’!
PPS) eppoi se Vero e Simon fossero stati ‘frecciati’ da Cupido magari ci saremmo portati a casa anche un flautista e piper scozzese... ih ih ih!
Simon, Vero (back) and Gillian
PPPS) tornati a casa, dopo qualche giorno io eVale pensammo bene di pubblicare questo recente successo nel nostro sito internet per dare più visibilità alla nostra impresa e nel frattempo ci pervenne questa lettera nientepopodimenoche dal grande Direttore del Fylde in persona, la quale ancora oggi campeggia brillantemente nella homepage del nostro website:
“I am pleased to ear the group enjoyed appearing at Fylde Folk Festival 2004. You may like to know that you have made many friends with festival goers enjoying your appearances very much indeed. On behalf of the organising committee may I wish the group every success in the future and please mention your success at Fylde on your web site. With kind regards.”
Alan Bell, Festival Director.

 

 
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